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Le otto Omelie su Qoelet di Gregorio di Nissa costituiscono la prima testimonianza del grande interesse dei Padri per il libro di Qoelet. Gregorio vi legge la confessione del re Salomone e il bilancio della sua vita. Sviluppando il tema della vanità del mondo, sottolineato dal frequente ritornello 'Vanità delle vanità, tutto è vanità', Gregorio desidera, non tanto invitare al disprezzo del mondo, quanto piuttosto esortare a scoprire nel mondo un cammino che conduce a Dio. Sviluppa così due grandi riflessioni: la prima sulla natura dell'universo, detto macrocosmo, e sulla natura dell'uomo, detto microcosmo, per condurre il suo ascoltatore ad acquisire una giusta consapevolezza del suo essere, del suo ruolo nel mondo e dei suoi limiti; la seconda riflessione è sul concetto di tempo, in senso fisico, etico ed escatologico, nella quale rielabora le più felici conclusioni della filosofia greca.